
Questa è la storia delle Marche, la regione penisola nella penisola, con il suo popolo e il suo modo di essere… quindi è anche un po’ la mia storia.
L’idea di scriverne mi venne tempo fa quando, acquistando “Guida del Mondo” della Lonely Planet, mi accorsi che nella sezione Italia mancavano riferimenti ad una sola terra. Indovinate quale?
Un giorno, riflettendo sulla nomenclatura al plurale che la contraddistingue, riuscii a darmi una spiegazione a quella mancanza da parte di una delle guide turistiche maggiormente conosciute e diffuse.
Le Marche sono plurali in senso identitario.
Ogni provincia presenta una sua geografia unica e non è possibile nominarne una senza far seguire le altre perchè non vi è supremazia fra i centri. Quindi sono arrivata alla conclusione che per inserire le Marche all’interno di una guida occorre raccontarle tutte: partire da Urbino raggiungendo Senigallia, stazionare ad Ancona per proseguire fino a Recanati, fare tappa a Fermo per poi raggiungere San Benedetto.
Non funziona come per la Toscana con Firenze o per la Lombardia con Milano! Non voglio sminuire alcun luogo del Belpaese sia chiaro. So che in ogni regione esistono tantissimi centri affascinanti e vivaci e che, talvolta, le perle rare sono proprio le meno conosciute ma, provate a pensarci, per ogni regione c’è sempre una città che prima delle altre viene in mente. Con le Marche è diverso e, prima di iniziare a scoprirla, occorre mettere in conto questa sua impronta profondamente distintiva.

Mi piace pensare di essere nata e cresciuta in una regione che resterà segreta ai più, una terra laboriosa come le mani ruvide dei contadini che la lavorano e silenziosa come la quiete che viene donata ai camminatori sui suoi pendii. Pensando alle Marche mi sento come un albero con radici ben salde e rami pronti ad allungarsi nel mondo.
Ciò che di più importante mi ha insegnato il viaggio è che sono un segno zodiacale provinciale con ascendente cosmopolita. Curiosa e attenta, cerco di cogliere ed accogliere ogni sfumatura dei luoghi in cui mi trovo ma solo uno sarà quello che riuscirò sempre a chiamare casa e di cui sentirò nostalgia una volta lontana.
Se vi scrivo delle Marche non è solo per celebrare il mio luogo d’origine (un po’ si ma solo poco) ma perchè credo sia il posto perfetto per un viaggio in solitaria alle prime armi. Il turismo di massa qui è davvero raro e il tipo di approccio resta generoso e discreto, un po’ fuori dal tempo. L’umore marchigiano è mutevole come la luna perché sincero, a tratti taciturno come i borghi e i castelli cullati in secoli di arte, poco incline ai sorrisi di facciata poichè autentico. Ma, ricordate, se un marchigiano vi invita ad entrare allora è fatta! Avrete una nuova casa dove tornare quando vorrete.
Chi parte per trovare se stesso non necessita solo di una serie di porte aperte ma anche di qualche porta chiusa dove, per varcarne l’uscio, sia necessario bussare.

Quando si nasce in una regione al plurale, in una doppia provincia (Pesaro-Urbino) e in un territorio che da sempre viene definito una macroregione (il Montefeltro si estende infatti fra Marche, Romagna, una porzione di Toscana e un’altra della Repubblica di San Marino) credo che già nel DNA sia presente il gene del camminatore, dell’esploratore.
Le Marche sono quel luogo senza veri confini territoriali ma che, volendo, possono decidere di confinarti l’anima facendoti esclamare “Il mio tetto sarà ovunque io sia disposta ad andare ma la mia casa sarà sempre questa, l’unico posto in cui abbia bisogno di tornare dopo una nuova scoperta!”.
Viaggio da sola perchè questa terra ti permette di restare sola quando la abiti ma, se te ne allontani, sola davvero non lo sarai mai.
E ragazze, tanto per essere precise, non sono stata io la prima a dirlo, qualche secolo prima di me un certo Giacomo scrisse:
“Sempre caro mi fu quell’ermo colle […]
[…] Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Sto giusto pensando a una settimana di giretti ad Aprile, e Le Marche mi mancano. Brava Francesca per questo articolo, molto bello!
Una domanda: è facile girare per Le Marche coi trasporti pubblici senza perdersi i posti più belli?