
Oggi si riflette sul modo di vivere i viaggi. Già, perché molte di noi forse si stanno abituando alla facilità con cui oggi giorno si può viaggiare.
Ce li godiamo davvero e appieno questi nostri viaggi?
Barbara, autrice del blog Viaggiare a piedi scalzi, ha scritto l’interessante articolo che abbiamo scelto di proporvi oggi: una riflessione su un modo sempre più diffuso di vivere il viaggio, una tendenza forse un po’ compulsiva. E la domanda fatidica: non è che abbiamo iniziato a viaggiare compulsivamente, vivendo pure i viaggi in modo consumista?
Il punto forse è sempre lo stesso ossia riuscire a vivere e godere del presente senza rincorrere continuamente qualcosa che ancora non si ha. Il che non significa non perseguire i propri sogni e aspirazioni ma assaporare le conquiste di oggi.
La felicità è connessa anche questo, no? Un po’ come la frase che dice di non concentrarsi sul fare tutto ciò che si vuole ma sul volere tutto ciò che si fa.
Insomma, questo sabato è giorno di pensieri profondi e vi lascio all’intenso ma spassosissimo (quante risate!) articolo di Barbara.

Viaggi, consumismi e felicità
“Un mese fa ho comprato un biglietto per Mahe, Seychelles.
E’ una di quelle mete che la me di qualche tempo fa non si sarebbe nemmeno mai sognata.
Perché concedersi di godere così tanto quando si può godere così così?
Prima di effettuare l’acquisto ero in prenda a una sorta di follia generalizzata, un pulsante che se cliccato mi proiettava in un mondo delle meraviglie, un’isteria raramente provata prima, poi il giorno dopo essermi trovata il biglietto in mano [e una cifra a tre zeri in meno sul conto] l’entusiasmo si era normalizzato. Vado alle Seychelles. Ciò che 24 ore prima mi esaltava come Babbo Natale a 5 anni, era stato metabolizzato. Fine dei coriandoli.
Negli ultimi giorni spuntano ovunque, maledetto e benedetto internet, post sul tema “Non sono nemmeno tornata e penso al prossimo viaggio” e io, da giovane vecchia zitella-col-gatto & bastian contraria, sento un’irritazione sottocutanea sorgere in me. Forse sono solo invidiosa. Un pò, ma no, non solo.
…Ma che davero?
Siamo così occidentali da vivere, anche il viaggio, come un impulso consumista? […]”
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