Sono in Marocco da poco più di due settimane e ho decisamente perso il conto del numero di bicchieri di the marocchino che ho bevuto. I primi giorni mi sedevo nei bar e lo ordinavo poi ho capito che potevo anche smetterla di farlo – anche se spesso continuo comunque a ordinarlo per accompagnare i pasti – perché sarebbero state mille le occasioni in cui me lo avrebbero offerto: all’arrivo negli hotel, durante la contrattazione per l’acquisto di qualche bel pezzo di artigianato locale, per accompagnare una chiacchierata. E’ praticamente impossibile rifiutare o, per lo meno, io non ci riesco, un po’ perché adoro questa bevanda e un po’ perché non riesco a dire di no di fronte ai visi sorridenti di tutte le persone che mi invitano a sedermi, rilassarmi e gustare il the.
Amo questa tradizione, simbolo dell’accoglienza di un popolo dal cuore caldo.
Il the viene preparato in splendide teiere d’argento e servito in bicchieri di vetro con un rito estremamente affascinante: lo si versa nei bicchieri da una certa altezza in modo da far raffreddare l’infuso prima e donargli ancora più gusto. Il gesto con cui i Marocchini lo fanno è così armonioso e il the che sgorga davanti ai miei occhi così profumato che rimango ogni volta incantata. Per non parlare dei sorrisi con i quali lo offrono e che ti fanno sentire accolta e benvoluta.
Il the arrivò in Marocco durante il regno di Mulay Ismāʿīl in quanto dono della regina Anna di Gran Bretagna come ringraziamento per aver rilasciato un gruppo di prigionieri britannici. E’ solo, però, nella metà del XIX secolo che inizia a diventare popolare: è il periodo in cui i mercanti inglesi lo commerciano massivamente nei mercati di Tangeri ed Essaourira. All’inizio del secolo successivo, poi, i prezzi del the si abbasseranno e lo renderanno accessibile non solo tra le classi ricche ma anche tra quelle più povere fino a diventare la bevenda più diffusa di tutto il Paese.
Nel the marocchino viene utilizzato rigorosamente the verde, che ha grandi benefici per la salute perché, a differenza di quello nero, non è fermentato. Inolte, come mi spiegava Normin, il padrone del riad dove ho pernottato a Tetuan, persona colta ed estremamente accogliente, il the tende ad essere astringente per l’intestino mentre la menta dissenterica perciò la combinazione tra i due aiuta le persone a trovare un perfetto equilibrio intestinale. I grandi quantitativi di zucchero rendono la bevanda ancora più rinfrescante sotto il caldo sole marocchino ma, al tempo stesso, il bollore della bevanda aiuta la termoregolazione del corpo.
Sicuramente, però, consiglierei di non abusarne nel corso di tutta la vita perché la presenza di così tanto zucchero non è certamente salutare.
Ingredienti:
6 cucchiaini di the verde in foglie
una manciata di foglie di manta marocchina
circa 80 g di zucchero di canna (potete aumentare o diminuire la dose a seconda del vostro gusto.
Preparazione
Scaldate la teiera sul fuoco e mettetevi dentro le foglie di tè. Versateci sopra un po’ di acqua molto calda e ruotate velocemente la teiera in modo da farvi girare l’acqua dentro poi buttate via quest’acqua ma non le foglie del the (aiutatevi con un colino). Mettete insieme al the le foglie di menta e lo zucchero e versatevi a questo punto un litro di acqua bollente.
Lasciate il tutto in infunsione per circa cinque minuti o qualche minuto in più se gradite un the dal sapore più forte.
Servitelo quindi in bicchieri di vetro versandolo con un movimento che allontani gradualmente il becco delle teiera dal bicchiere: il the deve scendere dall’alto e formare una schiumetta sulla superficie del bicchiere.
Gustate il the con i vostri ospiti perché è così che si fa qui.
L’ospite è sacro e questo è un modo per onorarlo.
* immagine di copertina di Thibaut Démare
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