
Ci sono davvero poche cose che mi irritano tanto quanto i giudizi che le persone esprimono su qualcosa che non conoscono o semplicemente su cui hanno formulato a priori un’idea negativa.
Viaggiando sola, spesso mi capita di incappare in queste persone e solitamente rimango ad ascoltarle per cercare di comprendere il loro punto di vista, a volte non nego che mi sono anche divertita.
Recentemente mi è capitato di essere in aeroporto. Un ragazzo italiano si siede accanto a me e comincia a chiacchierare, investendomi con una raffica di domande, quelle classiche che si fanno per rompere un po’ il ghiaccio. Mi chiede se vivo in quel paese e se sto dunque tornando a casa. Rispondo di no, che sono andata semplicemente per trascorrere un weekend.
“Qualche tua amica vive qui?”, mi domanda. Al mio cenno negativo della testa è seguito l’immancabile: “Viaggi da sola?”, marcando quell’avverbio in maniera inconfondibile, con quel tono sorpreso che, sono sicura, ogni viaggiatrice solitaria conosce molto bene.
“Sì”, rispondo secca.
“Ma non sei fidanzata, vero?”
Ecco, questo è uno di quei pregiudizi più comuni, quello secondo il quale, se una donna viaggia sola non ha o non può avere una relazione. È necessariamente una single incallita o è stata mollata e vaga in cerca di distrazioni per sopprimere la depressione. O magari è una sfigata senza amici.
Annuisco, tanto per stuzzicarlo, curiosa di conoscere cosa dirà.
“Se fossi il tuo ragazzo io non ti lascerei viaggiare da sola, ma stiamo scherzando? Una donna non deve farlo.” Capisco subito che la sua affermazione non è dettata dal timore dei pericoli che una persona di sesso femminile può ritrovarsi ad affrontare, ma semplicemente da una visione un po’ ristretta.
“Perché?” incalzo io. “Se il rapporto è fondato sulla fiducia cosa dovrebbe impedirlo?”
“Se una donna mi ama, ha bisogno di me, non può stare senza di me e quindi non può partire da sola.”
Nella sua frase c’è una parola che mi fa storcere immediatamente il naso: ‘bisogno’.
Ho una visione diversa dell’amore rispetto a quella del mio interlocutore. Non si devono mai scambiare i propri desideri per bisogni.
Mangiare, dormire, bere sono bisogni, stare con qualcuno non è un bisogno e non dovrebbe mai diventarlo.
“Una donna che viaggia da sola mi da l’idea di una troppo sicura di sé, una che vuole divertirsi, che è alla ricerca di avventure.” Mi tocca il braccio e mi guarda intensamente negli occhi. “Questo non è certamente il tuo caso, visto che sei fidanzata.” Trattengo una risata.
Mi sarei dovuta offendere, eppure non mi sento in alcun modo colpita dalle sue parole.

Viaggio da sola perché spesso la mia disponibilità economica o il tempo libero a disposizione non coincidono con quello delle mie amiche.
Sono una donna che viaggia da sola perché mi piace rispettare i miei ritmi e il mio stile
che non sempre gli altri condividono; perché adoro sfidarmi e imparare sempre qualcosa in più su di me; e no, non viaggio perché in cerca avventure, per quelle non c’è bisogno di uscire dal proprio paese. Quando sono in viaggio esco la mattina presto e mi godo tutte le ore di luce, camminando, passando da un autobus all’altro, rientrando sfinita, tanto che le uniche cose di cui ho bisogno sono una doccia e un letto, non un uomo.
Alterno momenti in cui sono l’essere più aperto ed espansivo, a quelli in cui sono un lupo solitario schivo, in cui il mio unico desiderio è quello di passeggiare e godermi il silenzio, il sole sulla pelle, i profumi della natura, un tramonto che si spegne sulle rocce, un libro da leggere su un prato.
Sono una viaggiatrice solare e gentile, ma tu, uomo, non ti avvicinare perché vedendomi sola credi che io abbia bisogno del calore del tuo corpo, non approcciarti con la convinzione che io sia disponibile, solo perché viaggio da sola.
Non sono una donna sicura come immagina quel ragazzo, non ancora. Prima di salire su ogni aereo o treno, mi faccio afferrare da mille paranoie e fobie e mi chiedo perché lo stia facendo. Viaggio appunto per liberarmi da tutte queste paure limitanti.
Ecco, ricordatevi ciò, quando vi trovate di fronte a una donna che viaggia da sola.
Come sono d’accordo Eliana! Mi è piaciuto moltissimo questo pezzo.
Quando il ragazzo ti dice ““Se una donna mi ama, ha bisogno di me” me lo immagino con gli occhi tristi, un po’ sperduti e increduli di fronte a questa immaginaria fidanzata che vuole partire senza di lui. Magari dovrebbe indagare un po’ sul perché abbia questa necessità di sentirsi il mondo intero per la sua ragazza…
A volte facciamo l’errore di credere che la nostra autostima debba dipendere da quanto gli altri hanno bisogno di noi. Ma che bello realizzare che non è così, e che da sole possiamo scoprire tante cose che passando tutto il nostro tempo accompagnate non riusciremmo a vedere!
Grazie Giulia, sono contenta ti sia piaciuto 🙂
Mi trovi perfettamente d’accordo in tutto ciò che hai espresso. Mai, mai riporre la propria autostima negli altri.
“Ecco, questo è uno di quei pregiudizi più comuni, quello secondo il quale, se una donna viaggia sola non ha o non può avere una relazione. È necessariamente una single incallita o è stata mollata e vaga in cerca di distrazioni per sopprimere la depressione. O magari è una sfigata senza amici.”
Purtroppo questo è un pregiudizio più che diffuso (sia tra uomini che donne – tra quelle che non viaggiano mai da sole, ovviamente -)… sono partita diverse volte per esperienze di studio o lavoro in Italia e all’estero, che non si possono definire propriamente “viaggi da sola”, ma in qualche modo ci si avvicinano, visto che comunque ogni volta che sono partita non conoscevo nessuno in loco e ho dovuto imparare a cavarmela da sola in tante cose. Eppure il ragazzo ce l’ho.
Il commento OGNI VOLTA che riparto? “Ma il tuo ragazzo ti ci manda senza problemi?” (ehm, cosa? sono una sua proprietà?), “ma come fate a stare così lontani per tutto questo tempo?” “dai a te non te ne frega nulla di lui, vai là a divertirti”.
La prossima volta per rispondere sbatterò in faccia a tutti questo post 😉
Ah comunque… complimenti Eliana per l’articolo! 🙂
Diletta, anche partire da sola per un viaggio studio è a tutti gli effetti un viaggio in solitaria, perché parti senza conoscere nessuno, ti avvii verso l’ignoto, ti fai nuovi amici durante il percorso all’estero e io l’ho vissuto in prima persona prima a Pechino, poi a Londra.
Ahaha poi fammi sapere cosa rispondono 😉
Grazie per il tuo commento!