Mi chiamo Elena, ho 34 anni e sono felicemente disoccupata. Ho drasticamente cambiato la mia vita e sguazzare nell’incertezza del domani mi fa sentire viva.
Intendiamoci bene, contengo una moltitudine di paure, preoccupazioni e dubbi per il mio imminente futuro ma non è importante per me adesso. Ciò che realmente conta è ciò che sono riuscita a compiere in questo bellissimo anno, un 2018 ricco di cambiamenti. Sono riuscita a guardare dentro alla mia vita e l’ho trovata incompiuta, irrisolta, priva di quella linfa vitale. Ho osservato i miei occhi e, dentro ai miei occhi, i miei sogni non c’erano più.
Stavano scomparendo, riuscivo a vederli appena, coperti da una coltre scura.
Così ho preso per mano me stessa e ho fatto ciò che andava fatto: mi sono licenziata, poi laureata, e sono partita da sola, con la mia casa viaggiante, con leggerezza, determinazione e paura dell’ignoto. Sono partita viaggiando dentro al viaggio più lungo della mia vita. Sono partita traboccante di gioia, con il cuore in subbuglio facendo fatica ad accettare la mia solitudine. Che poi da sola non sono mai stata perché viaggiare ti permette di conoscere persone simili a te, con quella luce negli occhi che ha chi mostra il cuore al viaggio.

Così ho abbracciato la mia solitudine e ho cominciato a camminare, il viaggio alla fine è intorno a te, ma è anche dentro di te. È un percorso, un passaggio importante. Non ho promesso niente a me stessa, nessuna aspettativa, ma molte prospettive. Ho mollato le mie certezze, ho accettato il cambiamento e ho sofferto per questo.
Viaggiare da soli ti rende più forte, ti sprona, ti mette alla prova, ti fa risolvere situazioni impensabili, ti fa pensare di più, ti fa contare solo su te stessa. Ti fa vedere il mondo soltanto con i tuoi occhi. E posso dire che il mondo che ho vissuto, è un mondo che ho amato immensamente. È un mondo semplice, dove la modernità compare a zolle accanto a campi di risaie. È un mondo fatto di persone che non hanno niente, e sembra che invece abbiano tutto quanto. Tre paesi interi distrutti dalla guerra, una guerra che non hanno scelto loro di fare, una guerra che gli è stata imposta.
Il Vietnam ha combattuto, per la libertà, una libertà che si percepisce, tra i mattoni delle case ricostruite, tra le strade di terra, polverose, tra campi di risaie e piantagioni di caffè. C’è odore di pace, c’è odore di persone che non hanno dimenticato niente, ma che semplicemente hanno deciso di andare avanti. Per la loro libertà. Persone che lavorano per vivere, e stop, lavorano poco, quanto basta e hanno a disposizione una quantità illimitata di tempo, che impiegano come vogliono. Noi lo abbiamo perso, il tempo. Lo rincorriamo ogni giorno senza mai raggiungerlo.

Ho percorso sette stati, ho assaporato la gentilezza della Thailandia, la forza del Vietnam, ho accarezzato i sorrisi dei bambini laotiani, mi sono sporcata le mani con la terra rossa della Cambodia. Sono stata isolata dal mondo per sette giorni, in silenzio, senza tecnologia, in un centro di meditazione vipassana in mezzo alla giungla di Ko Samui. Ho scoperto la bellezza della Malesia, di cui ignorantemente ignoravo le piantagioni di tè, la giungla, le sue cittadine coloniali e la modernità della sua capitale. Ho alzato gli occhi al cielo per ammirare Singapore. E Singapore è green, è light, è ecologia, ricca e lussuosa, è alla portata di tutti.
Mi sono spostata senza prendere aerei, ho toccato con mano frontiere e le ho calpestate. Ho navigato lungo il Mekong, un sinuoso serpente lungo quasi cinquemila chilometri. Dicono sia uno dei fiumi più inquinati del mondo, con le sue acque torbide e piene di storia. Ho navigato per trentadue ore lungo il mare di Java, da Singapore a Jakarta, su di una nave cargo che trasportava passeggieri locali. Sono rimasta incantata dai vulcani ancora attivi e dai loro paesaggi surreali, appartenenti a sogni onirici. Ho annusato l’odore di Bali, mi è entrato nelle narici lasciandomi assuefatta.
Viaggio da sola perché spingersi ai limiti della propria vita è gratificante, affascinante, emozionante.

Ho viaggiato per cinque mesi con il cuore in trance. Se sono pronta a tornare? Non lo so. Ma voglio farlo. Adesso devo affrontare questa nuova vita che io ho scelto e camminarci insieme per vedere dove sarò diretta. Questo viaggio mi ha cambiata, drasticamente. È stato come un fiume in piena. Mi ha travolta, sconvolta e mi ha fatto sentire viva. Mi ha fatto provare emozioni che non avrei mai provato continuando a vivere come vivevo prima.
Da adesso tutto cambia perché quando accogli il cambiamento e questo ti invade, non torni indietro. Non puoi più farlo, perché ciò che hai lasciato non sarà minimamente cambiato, ma sarai cambiata tu. Avrai capito che niente è impossibile e che i sogni esistono e ci devi entrare dentro per accorgerti che sono reali. Quando impari ad amare te stessa e accetti il cambiamento, che arriva silenziosamente a bussare alle pareti dell’anima, allora in quell’esatto momento, qualsiasi cosa tu decida di fare, avrai già vinto.
La solitudine è una delle cose più belle che ci sono al mondo, perché quando rimani sola con te stessa, è lì che riesci ad ascoltarti e a capire che cosa realmente ti rende felice. Ho finalmente capito che chi viaggia da sola non è pazza, ma soltanto coraggiosa. E viaggiate, perché il mondo è una vasta distesa di emozioni, dove la natura e l’uomo sono esseri meravigliosi.
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