Ci sono momenti nei quali immaginare un viaggio di andata e ritorno non è più sufficiente. Dentro di voi il tarlo del viaggio si sta trasformando in qualcos’altro, in bisogno di vivere un’esperienza di larga durata che vi permetta di sentirvi a casa in un altro, nuovissimo, Paese. Anche solo per qualche tempo. È arrivato il momento di espatriare da sola.
Non dimenticherò mai il pomeriggio in cui sono arrivata a Barcellona con il mio backpack da 50 litri sulle spalle. Dentro c’era quello che avevo ritenuto il minimo indispensabile per iniziare, da sola, la mia vita in una nuova città.
Non era la prima volta che affrontavo l’esperienza di un trasferimento in solitaria, l’avevo già fatto in Toscana e a Milano, però mai all’estero, dove prima di quel momento avevo traslocato sempre in compagnia.
Decidere di espatriare da sole è di solito una scelta che comporta molte riflessioni preliminari: magari ve lo state chiedendo da qualche mese, e siete inondate di dubbi, riassumibili in un sospirato “Ce la farò?”.
Ecco, dopo tre anni di esperienza da expat mi sento di dirvi che sì, ce la potete fare. E che, comunque vada, questa sarà un’esperienza che non rimpiangerete di aver fatto, perché sicuramente imparerete qualcosa di utile per il vostro futuro e la vostra autostima.

È comunque necessario organizzare un minimo questo grande passo. E, se la cosa può farvi sentire meglio, raccogliere più informazioni possibili prima della partenza.
Io da questo punto di vista non posso dare un grande esempio, perché la scelta di Barcellona come meta della mia vita da expat è stata presa nel giro di una settimana, a essere ottimisti. Ma avevo comunque scartato preventivamente una serie di città in cui NON volevo andare, e già questo mi sembra un inizio.
Parto dal presupposto che la vostra avventura da expat inizi senza una rete di protezione che vi accolga all’arrivo: se il motivo del vostro espatrio è puramente professionale, perché magari avete già un’allettante offerta di lavoro in un nuovo Paese, vi sentirete sicuramente più tranquille. Ammettiamolo, avere qualche certezza in tasca, in questi momenti di cambiamento, è sempre confortante.
Ma cosa succede se la vostra voglia di espatriare non è giustificata da un lavoro all’estero ne da un amore che vi aspetta agli arrivi dell’aeroporto? Come lanciarsi nell’avventura senza avere certezze all’arrivo?

Proviamo a stilare una lista indicativa di quello che dovreste tenere in conto prima di fare il passo dell’espatrio in solitaria:
1. Avere un’idea del tipo di città in cui vi piacerebbe vivere.
Siete donne amanti dei grandi freddi oppure non potete rinunciare a un clima mediterraneo? Adorate saltellare a due piedi nell pozzanghere o per voi non c’è vita senza il mare? Tenetelo in conto, e non sottovalutate quest’aspetto, anche se può sembrarvi “superabile”. Arrivare da sole in un Paese completamente nuovo non è sempre rose e fiori, quindi se per lo meno potete sentirvi a vostro agio con il clima, inizierete con il piede giusto (e di buon umore).
2. Avere una minima conoscenza della lingua di destinazione prima di partire.
Va bene l’avventura, ragazze, ma vogliamo evitare l’effetto Lost In Translation, no? Un minimo di studio preliminare della lingua è necessario se vi volete avventurare in una vita da expat in solitaria. Dovendo contare solo sulle vostre forze, è sempre meglio sapere di potervi sbrogliare in autonomia e non dovervi affidare a qualcun altro per sbrigare le incombenze di base al vostro arrivo: cercare casa, un lavoro, fare la spesa…saranno cose molto più semplici da affrontare se saprete interagire con gli autoctoni con un frasario di base. Quando ho viaggiato in Paesi di cui non conoscevo la lingua, ho sempre trovato utili i frasari-dizionari tipo quelli della Lonely Planet oppure i colorati compendi visuali ICOON Communicator, il cui slogan dice tutto: “se non lo sai dire, mostralo!”
3. Considerare il vostro budget iniziale e il costo della vita della città in cui andrete.
Abbiate sempre presente la vostra condizione finanziaria prima della partenza. Vi state trasferendo potendo contare sui risparmi dei vostri sudati anni di lavoro oppure il vostro conto in banca langue?
Siate realiste. È fondamentale partire con un minimo di autonomia economica per tamponare i primi tempi della vostra vita all’estero in cui i soldi sembreranno volare dalla finestra: fra ricerca di un alloggio, caparra per l’agenzia immobiliare o frustanti giornate all’Ikea per comprare l’indispensabile per la vostra nuova camera da letto (immagino che non partirete con lenzuola e piumone di casa, no?), sarà necessario un piccolo investimento iniziale per poter iniziare serenamente questa esperienza.
Un esempio: per me l’arrivo a Barcellona ha comportato un’iniziale spesa di circa 500 €. Ci mettiamo dentro il viaggio di sola andata, l’affitto per il primo mese della stanza in AirBnB e una spesa al supermercato per i viveri di base.

4. Informarvi in precedenza sulle zone della città da evitare.
Soprattutto se non potete contare su una buona padronanza della lingua, è importante sapere in anticipo se ci sono zone della nuova città in cui è meglio non andare a vivere. Il consiglio è quello di fare una breve indagine preliminare con l’amico Google sui quartiere più abitabili o su quelli più vicini al centro e più facilmente collegati dai mezzi pubblici. Questo ad esempio vi servirà per evitare le fregature al momento della ricerca della vostra abitazione: capirete perché quella carinissima stanza con balcone vi viene offerta a soli 150 €, visto che ha vista sul cavalcavia all’ingresso dell’area metropolitana, dove gli autobus urbani non arrivano. Una buona risorsa in questo senso possono essere i tanti forum dedicati agli italiani all’estero, come Italians in Fuga o Expat.com. Non dimenticate, ovviamente, la pagina Facebook di Viaggio da Sola Perché: fare domande prima del vostro viaggio è un’ottima idea per ricevere opinioni e consigli da chi si è già trovato nella vostra stessa situazione.
5. Lasciare comunque spazio all’improvvisazione.
Respirate, rilassatevi, non cercate di controllare tutto. La bellezza di essere sul punto di iniziare quest’avventura da expat sta anche nell’improvvisazione. Una volta che avrete le informazioni di base sul posto in cui andrete e stringerete fra le mani il vostro biglietto di sola andata, lasciate spazio a quello che verrà. Per quanto cerchiate di programmare tutto, infatti, arrivare in un nuovo Paese implica una serie di cambiamenti culturali, linguistici e logistici che vi lasceranno comunque spaesate, in un primo momento.
Non è mai la stessa cosa arrivare in una città come turiste e approdarvi invece per viverci un tempo più o meno indefinito. Molto probabilmente alcuni dei vostri piani iniziali non andranno come previsto: la casa in cui andrete a vivere magari non sarà l’appartamento spagnolo che avevate immaginato ne il loft da condividere con persone simpaticissime che diventeranno i vostri migliori amici. O magari avverrà esattamente il contrario e la solitudine che pensavate di dover affrontare nei primi tempi verrà subito spazzata via da qualche incontro casuale che vi immergerà nella vita sociale della vostra nuova città. Insomma, siate aperte alla casualità e alle sorprese della vita!
E ora è il vostro turno: a quante di voi è capitato di desiderare con tutto il cuore il viaggio di sola andata? E quante lo hanno già comprato? Se invece sei una expat di lunga data, che altri consigli daresti a chi vuole fare questa esperienza?
[…] lista” cose da vedere” c’è Barcellona e così la scelgo come meta. Di fianco a me in aereo all’andata ho una coppia di coniugi che […]