Lo scorso Giugno sono tornata in Grecia per la seconda volta. Infatti, la mia prima grande avventura da sola sulle isole Ionie fu dopo la Laurea, quando partii per uno stage estivo nella stupenda isola di Corfù.
Questa volta, il viaggio è iniziato in compagnia dei miei genitori, a cui volevo mostrare un po’ dei paesaggi che mi avevano conquistata 6 anni prima, per procedere poi in solitaria sull’isola di Paxos, poco distante da Corfù. Dopo la prima settimana all’insegna di sole, mare e specialità corfiote in compagnia, mi sono spostata per cominciare la mia avventura.
L’isola di Paxos in Grecia viene descritta come un vero paradiso di mare cristallino e tranquillità, lontano dalle folle di turisti.
Dormire a Paxos si rivela un po’ al di sopra del mio budget, data l’assenza di ostelli, ma decido comunque di viziarmi un po’ e trovo un appartamentino molto carino a Lakka, a nord dell’isola. Quando il proprietario mi viene a prendere al porto, dopo un burrascoso viaggio in traghetto, mi sento decisamente privilegiata e mi godo questo piccolo lusso. Rilassato e sorridente come solo un greco sa essere, mi prende lo zaino e mi accompagna fino alla macchina, scusandosi per il suo inglese, quasi inesistente. Io cerco di sfoderare le poche parole di greco che ho imparato “Ti kanis?”, ma presto mi distrae la bellezza della strada che dal porto di Gaios costeggia il mare verso nord. Il verde intenso degli ulivi e il blu profondo del Mediterraneo si incontrano e creano una vista pazzesca, viene quasi voglia di fermarti ad ogni curva per ammirarlo.

Lakka è un paesino incantevole. Il mio appartamento ha un balcone che dà sulla piazza principale, dove si sentono da mattina a sera amici e famiglie che ridono e chiacchierano con il melodioso suono della lingua greca, di cui sono innamorata da tempo.
Guardando dall’altra parte vedo il mare color smeraldo e dalla terrazza tutto il porto di Lakka. Non posso trattenere l’entusiasmo quando i padroni di casa mi portano un sacchetto pieno di prelibatezze greche (pane fresco, olio d’oliva, cetrioli e pomodori appena raccolti e addirittura un vasetto di polpo sott’olio), che mi accompagnerà per i pasti dei giorni successivi.
Appena arrivata, mi fiondo subito a prendere un frappè, il tipico caffè freddo greco, rigorosamente con tanto ghiaccio, zucchero e latte, e poi via, verso la spiaggia. Cammino per poche centinaia di metri tra i boschi di ulivi finché mi si apre davanti uno scenario da cartolina: una spiaggia tranquilla e poco frequentata, un solitario ulivo, un mare cristallino. Cosa potrei chiedere di più?

Nei giorni che passo a Lakka mi godo la tranquillità di questo paesino, frequentato da pochi turisti, più che altro inglesi, che arrivano con i loro yacht. Mi gusto le specialità del luogo, tra cui un agnello al cartoccio con patate che è la fine del mondo, e delle deliziose cozze saganaki (con varie spezie e feta).
Trovo un paio di ristorantini molto carini, dove i gentilissimi gestori ti invitano all’interno per mostrarti le specialità e descriverti nel dettaglio ogni piatto. Mi sento completamente a mio agio da sola, mi piace osservare gli altri tavoli e le rumorose tavolate di compagnie e famiglie greche.
Conosco le ragazze della panetteria dove vado a comprare biscotti ai semi di sesamo e frappè per la colazione. Faccio due chiacchiere con la proprietaria di un negozio di vestiti fatti con sari indiani riciclati, che passa i mesi invernali in Asia a comprare tessuti da usare per le gonne e i vestiti, tesori esotici che venderà in questa piccola isola durante la stagione estiva. Ovviamente non resisto alla tentazione di comprarmi una bellissima gonna-pareo.
Non può mancare un’avventura alla ricerca di una spiaggia che sulla cartina sembra così vicina – non lo sembrano tutte? – ma si rivela ardua da raggiungere. Parto, convinta di dover fare una breve passeggiata, con copricostume e infradito, e mi ritrovo su un sentiero parecchio impervio, infestato di erbacce secche, dove ad ogni rumore non posso far a meno di pensare alla mia più grande paura: i serpenti.
Dopo ogni curva combatto tra la voglia di continuare e scoprire un altro meraviglioso scorcio di mare e la paura di essere da sola che mi fa venir voglia di tornare indietro. Attraverso stradine di campagna, boschi di ulivi, cantieri con chiari divieti di accesso, scale che scendono a picco verso il mare, scorciatoie che si rivelano molto più complicate del percorso normale.

Sbaglio strada mille volte (infatti al ritorno impiego circa un terzo del tempo!), ma finalmente si apre davanti a me una bellissima spiaggia, raggiungibile solo via mare. La vedo, è proprio dall’altra parte degli scogli. E ci voglio arrivare. Lascio borsa e vestiti un po’ nascosti e mi butto nell’acqua turchese per raggiungerla a nuoto. Ci sono solo un paio di persone sulla spiaggia, sono sicuramente arrivate con le loro barche e probabilmente si stanno domandando da dove io sia spuntata.
Mi sdraio sui ciottoli del bagnasciuga e sorrido da sola, godendomi appieno il momento.
Il paesaggio bellissimo e la soddisfazione per essere arrivata e non aver mollato a metà di questa avventura (e anche, lo ammetto, per non aver incontrato nessun pericoloso animale durante il tragitto, se non qualche gatto, onnipresente sulle isole greche).
L’ultima mattina a Paxos, tornando verso il porto di Gaios su un autobus scassato che fa fatica ad affrontare le curve brusche del percorso, penso a quanto mi piaccia questo angolo di Grecia, i suoi colori, l’ospitalità dei suoi abitanti, le prelibatezze culinarie e l’atmosfera tranquilla e rilassata. Non saranno le tipiche case bianche e blu di Santorini, ma le isole ioniche della Grecia rappresentano al meglio tutta la magia di questo Paese così bello ed ospitale, non vedo l’ora di tornarci!
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