
Parolabis è il sito di quattro giovani traduttrici, Silvia Cancedda, Veronica Cesarco, Gabriella Tindiglia e Tina Sposato, che hanno deciso di unire le loro competenze per offrire servizi di traduzione e fare rete con professionisti del settore ma anche con semplici appassionati di lingue e curiosi. Attraverso gli articoli del Bistrò Parlante, il blog collegato al sito, ogni settimana approfondiscono temi legati alle lingue.
“Le lingue sono dei mondi a portata di tutti che non aspettano altro che essere letti, ascoltati, attraversati.“
A tal proposito vi proponiamo oggi un articolo di Silvia che, dopo un viaggio in Gran Bretagna durato quattro mesi, riflette su come l’inglese (e le lingue in generale) cambino a seconda della zona in cui vengono parlate. E’ risaputo, per esempio, che lo scozzese sia assai difficile da capire persino per gli anglofoni, figuriamoci per tutti gli altri, ma non scoraggiamoci, è tutta questione di farci l’orecchio.
Anglofoni o aspiranti tali, date un’occhiata a questo articolo e tirate un sospiro di sollievo, c’è speranza, basta solo volontà e anche un pochino di tempo.

FOCUS UK – IL VIAGGIO: QUESTIONE D’ORECCHIO
“Nel mio percorrere la geografia della Gran Bretagna ho riflettuto sulle diverse parlate che si incontrano strada facendo. Mi sono convinta che viaggiare è una questione d’orecchio: bisogna allenarsi a entrare in contatto con le diverse espressioni di uno stesso sentire e da questo mese Parolabis cercherà di approfondire quello che ha trovato in UK, nella rubrica FOCUS UK.
Il viaggio è iniziato nel sud, precisamente da Londra, vero e proprio unicum nel panorama geografico britannico. Qui l’orecchio si incontra con tutte le lingue del pianeta, con una prevalenza di italiano, spagnolo (di tutte le provenienze) e urdu. Per forza di cose, anche l’inglese del luogo ne è influenzato e si può sentire di tutto, compreso il famoso “cockney“, ma misteriosamente tutti si comprendono e aiutano. Londra è una città complessa, le persone vanno di corsa ma curiosamente sono pronte ad aiutarti in qualsiasi lingua quando serve, come a dire “ci sono passato anche io”. Una strana comunanza alla base della comunicazione. Salendo entriamo nel cuore di quella parte di mondo chiamata Inghilterra. Birmingham e il “brummie“: un accento strano, arrotondato e duro allo stesso tempo, che mi ha affascinato sin dal primo momento. E poi il Galles: baluardo di una lingua in estinzione. […]”
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