In un viaggio in Israele, Palestina e Giordania in solitaria, c’è davvero tantissimo da fare. Dopo aver passato due settimane nel centro-sud, sui sentieri più battuti del turismo (ma assolutamente immancabili) avevo deciso di spingermi verso il verdissimo Nord, una zona che di solito non si ha tempo di visitare con l’attenzione che merita, e passare l’ultima settimana lì.
Su consiglio di una mia amica italo-israeliana ho scelto di visitare la città di Haifa per un paio di giorni, famosa per la commistione di architettura bianca tedesca degli anni ’30 (come a Tel Aviv) e natura lussureggiante, grazie alla scenografica posizione del Monte Carmelo, a picco sul mare.

A pochissima distanza da Haifa, che è una città moderna, c’è anche Akko, una fortezza sul mare che durante il periodo delle crociate si chiamava San Giovanni d’Acri ed era uno dei principali porti di sbarco dei crociati. Oltre alla ricchezza e bellezza della città antica di Akko, molto interessante è la convivenza pacifica della comunità araba (nel centro storico) con quella ebraica (nella città moderna, fatta di palazzoni anni ’70). La linea di demarcazione tra i due mondi chiaramente non è solo architettonica, ma è raro trovare situazioni simili in Israele. Akko si raggiunge molto facilmente in una ventina di minuti di treno da Haifa, le corse sono molto frequenti e il biglietto è economico: non avrete scuse per non andare!

Haifa: il bianco, il verde e un acquazzone epocale
Se visiterete Haifa dopo essere già stati a Tel Aviv, non potrete che sorridere di fronte alla somiglianza straordinaria che c’è tra le due città, perlomeno a livello cromatico. Quello che invece le differenzia tremendamente è l’atmosfera gioviale e totalmente informale, anche se a tratti un po’ trasandata, che si respira a Nord, complice anche la lontananza geografica dalle tensioni interetniche. Se i modi bruschi degli abitanti di Tel Aviv e il clima a tratti fin troppo cool della città più festaiola di Israele vi verranno a noia, salendo a Haifa vi sentirete accolti come gli adoratissimi figli di una grande famiglia mediterranea. Gli abitanti di Haifa vanno infatti molto fieri della loro ospitalità e cordialità e nessuno si è stupito quando ho detto che, quanto a cortesia, mi sembrava di stare in un altro mondo rispetto a Tel Aviv.

La mia visita in città è stata tutta costellata di bagliori accecanti di gentilezza e accoglienza, a cominciare dall’ostello dove soggiornavo (il German Colony Guest House, davvero carino e centrale: consigliatissimo). Persino quando è scesa una bomba d’acqua memorabile, che ha allagato le strade e bloccato la città, sono stata invitata dagli impiegati di un concessionario a prendere un caffè con loro: mi ero riparata sotto il tettuccio dell’ingresso aspettando che spiovesse, ma dopo pochi minuti eravamo al caldo a chiacchierare tutti insieme in un inglese con fortissimo accento israeliano. Quando mi sono dovuta congedare mi hanno persino regalato un ombrello col logo del loro concessionario, che ho sfoggiato fieramente passeggiando per tutta la città sotto una pioggia torrenziale.
Haifa è famosa per la sua lunghissima spiaggia dorata, l’architettura tedesca della German Colony e di molti altri quartieri del centro, ma soprattutto per i monumentali giardini Bahai, dal 2008 dichiarati patrimonio UNESCO, che sono il luogo più sacro per i fedeli bahai. La fede bahai è una religione monoteista abramitica, nata da una costola dell’islam sciita, che predica l’unità e l’uguaglianza degli uomini e delle religioni. Oggi conta oltre 7 milioni di fedeli nel mondo e anche in Italia. Le terrazze Bahai scivolano giù dal Monte Carmelo creando un effetto stupefacente – se osservati dal basso sembrano quasi verticali. Sono disponibili tutti i giorni alle 12 delle visite guidate gratuite: rimarrete senza parole per la simmetria, i colori, la varietà botanica e la cura maniacale con cui i fedeli mantengono i giardini, facendoli sembrare quasi irreali. Dopo quell’acquazzone immenso, il verde dei giardini era letteralmente abbagliante.

Visitare Haifa: info pratiche
I giardini Bahai sono accessibili dal basso, da metà e dall’alto: vi consiglio di prendere un autobus fino in cima al Monte Carmelo di Haifa (è ripidissimo e farla a piedi è veramente troppo lunga anche per una camminatrice instancabile come me) e da lì scendere gradualmente attraversando i giardini. La vista sulla baia, in cui si vede anche la cittadella fortificata di Akko, vi lascerà senza parole.
Le due stazioni Egged bus di Haifa sono molto lontane dal centro. Gli autobus sono davvero efficienti e rapidi, hanno orari di servizio molto estesi. Info importante: il biglietto si convalida alla fermata dell’autobus (!) prima di salire dentro l’autobus. Se vi siete dimenticate, ditelo all’autista che alla fermata dopo vi farà scendere per convalidare il biglietto, aspettandovi.

Se avete fatto la carta prepagata Egged (si fa in tutte le stazioni principali, è gratuita), potrete usarla anche per pagare gli autobus di Haifa (piuttosto cari) a tariffa scontata e senza dover comprare un biglietto tutte le volte. Nel mio itinerario in Israele ho fatto la carta Egged quasi subito a Gerusalemme e di conseguenza mi sono sempre spostata con i loro bus verdi, risparmiando molto (circa 20% cashback).
Quanto ai biglietti Egged bus: c’è un sistema di prenotazione online che apre 2 settimane prima della data del viaggio, ma non è tradotto in inglese e farlo in ebraico è praticamente impossibile. Non c’è motivo però di prenotarli con largo anticipo, le corse sono frequenti e le distanze brevi, vi basterà prenotarli in stazione uno o due giorni prima del vostro viaggio.
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