Decidere di viaggiare camminando significa mettersi a nudo e, come infinite possono essere le motivazioni che spingono a partire, molti sono gli itinerari che possono essere seguiti.
Questa volta io sono partita sapendo che il primo passo sarebbe stato in Piazza Maggiore, a Bologna, e che l’arrivo sarebbe avvenuto alcuni giorni dopo in Piazza della Signoria, a Firenze. Questo era tutto ciò che sapevo quando ho deciso di intraprendere “La Via degli Dei”, questo cammino dal nome suggestivo che si snoda lungo il nostro Appennino.

Per iniziare a fare un’esperienza di viaggio in solitaria non credo ci sia nulla di meglio di un cammino. Naturalmente nulla vieta di scegliere una capitale europea per qualche giorno, ma forte è il rischio di finire con il consumare “pacchetti turistici usa e getta” se non si ha molto tempo per ambientarsi ed esplorare.
Lungo un cammino invece ciascuno crea la sua strada semplicemente percorrendola. Non ci saranno mai due cammini uguali perché non esisteranno mai due camminatori identici. Se vi dovesse capitare di ascoltare i racconti di due persone che hanno camminato lungo lo stesso tratto stenterete a riconoscere lo stesso luogo nelle loro parole.
Muoversi lentamente insegna che viaggiare e spostarsi non sono la stessa cosa, e questo principio una volta appreso non si dimentica più. E lo si può applicare anche alle città.
Se avessi proceduto ancora una volta su comodi mezzi, cosa saprei ora? Nulla di nuovo. Quante volte sono stata a Bologna e quante a Firenze? Molte. Quante volte mi sono chiesta cosa potesse esserci in mezzo? Nessuna.

Un pensiero che trovo straordinario per una ritrattista di penna come me è quello espresso da B. Lopez, autore americano noto per la trattazione nei suoi saggi di tematiche umanitarie e ambientali:
“Quando viaggio, mi sforzo di conoscere il territorio come se fosse un essere umano, con la sua complicata, insondabile personalità. Aspetto che sia lui a parlare. E aspetto. E aspetto.”
A Valeria, camminatrice da oltre trent’anni, che mi ha ospitata insieme al marito Andrea nella loro casa, ho chiesto “Come scegli i tuoi cammini?” e lei mi ha sorriso dicendo “Credo che ogni volta sia il cammino a sceglierti”. Forse ho aspettato il tempo necessario affinché fosse l’Appennino a parlarmi.
Negli ultimi anni avevo sentito spesso nominare la Via Degli Dei, tuttavia la spinta l’ho avuta da Eleonora, un’amica bolognese conosciuta qualche anno fa lungo la risalita di una vetta marchigiana. L’entusiasmo nel raccontarmi questa sua avventura estiva è stato contagioso a tal punto che, al contrario di come spesso accade, ho deciso di non rinviare oltre. Lunedì mi sono presa una pausa dal lavoro, Martedì ho fatto la zaino, sono andata a Bologna e l’indomani sono partita.
Quali cose non ho fatto prima di partire? Non mi sono allenata, non ho studiato il percorso, non ho prenotato gli alloggi, non ho acquistato la guida se non mezz’ora prima di salire sul treno. Eppure solitamente amo studiare e prepararmi! Ma questa volta la decisione è stata talmente improvvisa che ho deciso di improvvisare fino in fondo.

Nei confronti della natura, e nel rapporto con essa, ognuno ha tanti diritti quanti pretende di arrogarsene. Ogni programma può essere ribaltato in pochi secondi per imprevisti sul percorso, cadute accidentali, tempo non favorevole. La preparazione in realtà ha un valore assai limitato: è solo passo dopo passo che ci si scopre camminatori e le sicurezze arrivano non prima di aver lasciato le proprie impronte alle spalle.
Si dona nuova vita ai propri sensi intorpiditi, ci si riappropria del sentire attraverso la fatica e il sudore, ci si pone l’obiettivo di una conquista. Io, che sono tendenzialmente pigra quando non ho la giusta motivazione, è proprio attraverso il viaggio a piedi che spesso la trovo. Dobbiamo solo decidere di infilare quelle scarpe e uscire, perché, anche quando pensiamo di vagare solo per puro piacere, la meta esiste.
Quando si viaggia a piedi lo si fa sempre per arrivare da qualche parte, per dare forma ad una domanda o per trovare una risposta.
Il giornalista Maggiani ha scritto “Quello che so del mondo, quello che so davvero intendo, l’ho imparato con i piedi, forse non è molto ma io l’ho imparato così”. Nello Shiatsu mi è stato insegnato che il meridiano di stomaco si trova proprio lungo la gamba, frontalmente, ed è dunque il meridiano che, attraverso il ginocchio, esponiamo per primo quando iniziamo a camminare. E che cos’è lo stomaco? L’organo che ci aiuta a digerire, non solo il cibo ma anche le sensazioni e le esperienze.
Anche senza saperlo, quando camminiamo noi esponiamo il nostro stomaco, affinché esso possa coraggiosamente avvicinarsi a tutto ciò che gli è necessario per aiutarci a digerire una nuova esperienza. Se nella vita evitiamo volontariamente quello che ci spaventa, senza saperlo, quando camminiamo, è proprio lo stomaco ad essere mandato avanti per primo, in avanscoperta.
Fidatevi dei pensieri che nascono all’aria aperta e in movimento. Fidatevi del vostro stomaco e dei vostri piedi!
Continuate a leggere il racconto di Francesca sulla sua esperienza con la Via degli Dei nella seconda parte di questo articolo.
Bello ! Condivido molte cose. Per il resto … ci penso su.
Prego I viandanti di essere rispettosi delle abitazioni che trovate. Non si entra nei giardini senza invito, tantomeno vi si campeggia! Non si portano via gli ombrelli e i cani si portano legati! Purtroppo in tanti non hanno garbo e rispetto!!!
Ciao Martina, siamo d’accordo con te. Chiunque camminando si imbatta in abitazioni private e in chi vi abita è tenuto a portare rispetto e a non invadere l’abitazione. Mi spiace che tu abbia avuto notizia di tali comportamenti. Spero che leggendo questo articolo, chi ha deciso di intraprendere un cammino, sia rispettoso nei confronti di chi incontra sulla strada.
Ho percorso questo cammino tre volte accompagnando persone non vedenti e ipovedenti.
Ogni volta è una scoperta: si aggiungono dettagli, momenti, scorci e sensazioni.
Camminare accompagnando dei non vedenti permette di entrare a fondo nei sensi e quindi dentro se stessi.
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In Montagna Siamo Tutti Uguali.
https://www.noisyvision.org/it/2018/11/29/in-montagna-siamo-tutti-uguali-2019/
Un passo dopo l’altro impariamo a conoscere e a conoscerci……grazie mia piccola e grande sorella perché l’amore che hai per la vita è una malattia infettiva ed un’emozione che contagia!
Ti voglio bene Sister
Viaggiare soli senza fare programmi mette davvero in contatto con il cammino. Conosco la sensazione; bellissimo in moto, figuriamoci a piedi.
Grande Francesca!