
Alessandra Alluto è una giovane studentessa universitaria di lingue, un’appassionata di Cina, di viaggi, di fotografia e scrittura. Queste sue passioni sono condensate nel suo blog, Hailin Travelog, dove racconta delle sue esperienze in giro per il mondo ma, soprattutto, per la Cina. Oggi racconta a Viaggio da sola perché propro della sua permanenza in Cina e dell’amore per questa cultura.
Come è nato il tuo interesse per la Cina?
Quattro anni fa, finite le superiori, dovevo prendere una decisione. Sono sempre stata affascinata dal mondo orientale e da quella cultura così distante dalla mia, così, anche guardando all’economia, decisi di iscrivermi all’università e studiare cinese. Per quanto sia una lingua complessa, più andavo avanti e più mi appassionavo, più mi appassionavo e più sentivo il desiderio di conoscere da vicino la cultura, le persone, quei luoghi bellissimi che spesso vengono sottovalutati. Così due anni fa, decisi di partire alla volta di Pechino per un’esperienza di tre mesi durante i quali ho seguito i corsi e mi sono avvicinata sempre di più a questo mondo.
E ora sei di nuovo in Cina, per la seconda volta.
Sì, sono partita da sola per Chongqing con una borsa di studio semestrale ottenuta tramite l’Istituto Confucio di Torino. Avevo fatto richiesta per Pechino perché ormai lì conoscevo il posto e le persone, ma la mia strada è stata improvvisamente deviata verso Chongqing, al che mi sono detta “Perché no?”.
Ho pensato ci dovesse essere un motivo se il destino mi stava spronando a vivere una nuova avventura in un posto nuovo dove non conoscevo nessuno.
E in effetti c’era: me ne sono completamente innamorata, al punto da pensare di tornare a lavorare qui l’anno prossimo.

Come è stato approcciarsi con questa cultura e vivere in Cina?
All’inizio sicuramente c’è stato uno shock culturale non indifferente, ma ora che mi trovo a Chongqing, alla fine della mia seconda esperienza in Cina, mi chiedo se lo shock culturale non lo avrò una volta rientrata in Italia. Ci sono molte cose con cui un italiano che approda in Cina sicuramente si ritrova a fare i conti: odori, sapori, mentalità completamente differente perfino nella logica dei ragionamenti.
Ci fai qualche esempio?
A differenza dell’Italia non hanno la cultura della restaurazione ma della ricostruzione. Può sembrare nulla ma pensare che ogni edificio che rispecchi la cultura cinese e la sua antichità sia completamente ricostruito, fa un certo effetto per noi italiani che abbiamo un intero patrimonio artistico basato sulla restaurazione.
Un altro esempio che si può toccare con mano non appena atterrati in territorio cinese è la loro educazione molto rigida tale per cui se 2+3=5, 3+2 li manda completamente in panico. Seguono uno schema, per cui interfacciarsi con questa cultura all’inizio può risultare complesso.
Un’altra cosa particolare è l’odore. La Cina è un mix di mille odori, ma nel complesso ha un odore tutto suo. La prima volta che sono venuta in Cina e ho sentito quell’odore ne ero quasi infastidita. Sei mesi fa, quando sono atterrata all’aeroporto di Chongqing e l’ho risentito il primo pensiero è stato “sono a casa”.

Odore a parte, che cosa ti ha davvero toccato il cuore della Cina?
La cosa che forse più mi ha colpito e continua a stupirmi ogni giorno sono sicuramente le persone. La loro gentilezza, la loro disponibilità, il loro ripeterti mille volte le cose nonostante l’evidente problema linguistico, le loro risate, i loro occhi… Mi hanno letteralmente lasciata senza parole.
Sono partita da sola con quell’eccitazione che accompagna ogni partenza e che voi conoscete benissimo.. .Quella che ti chiude lo stomaco e che ti fa capire quanto sia bello sentirsi liberi, sentirsi parte di questo mondo per davvero. Ho preso quell’aereo da sola senza sapere cosa aspettarmi ma allo stesso tempo carica di aspettative. Tuttavia, una volta arrivata qui, ho conosciuto tantissime persone fantastiche con cui si è creata una vera e propria famiglia e che hanno trasformato questo mio viaggio in solitaria cambiando ogni aspettativa e rendendola un’esperienza ancora più bella.
Viaggio da sola perché è il modo migliore per sentirmi libera, per sentirmi me stessa ed è proprio quando sei da sola che incontri le persone migliori.
Visto che spesso parliamo del sentirsi più o meno sicure in quanto donne nei luoghi in cui viaggiamo (o viviamo), quale è stata la tua esperienza in merito in Cina?
Nonostante sul mio percorso io abbia incontrato un sacco di persone e da sola non ci sia praticamente mai stata, non credo che vivere da sola in Cina sia difficile, se conosci la lingua e la cultura. Anzi. Non credo di essermi mai sentita così tanto al sicuro in un posto in vita mia (con le dovute attenzioni). Può sembrare una cosa da nulla, ma più volte mi è capitato di andare a fare la spesa alle undici di sera o rientrare da una cena con amici da sola e sentirmi come se fosse pieno pomeriggio. Questo posto ti da una tranquillità che non ci si aspetta di trovare in un posto così “caotico” come la Cina.
Tutte le foto dell’articolo e quella di copertina sono di proprietà di Alessandra Alluto.
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